Domenica 15 novembre
ore 17.45
Palazzo delle Esposizioni
C.so Mazzini, 92 - Faenza
Io, lui, ...e Monet
Edizioni Tempo al Libro
Presentazione in anteprima
interverranno:
Mauro Gurioli (editore)
Santa Cortesi (docente)
Il motivo è per me insignificante,
quel che voglio riprodurre è quanto
c'è tra il motivo e me.
Monet - 1895
PREFAZIONE di Santa Cortesi
Sfaccettature di luce…e di amore
L’impareggiabile incanto di Parigi, fra il 1896 e il 1926, la grazia agreste di Ménerbes, villaggio della Provenza profumato di lavanda e di eucalipti, sono gli scenari d’eccezione in cui si situa la vicenda di Giselle o Jille, vitale e solare nella apparente sicurezza della vita familiare, giovane signora trentenne a inizio narrazione, sessantenne affascinante alla fine, donna che nella coppia è più colta, raffinata e sensibile, appassionata critica d’arte antiaccademica e perciò attenta al nuovo, agli artisti ancora ignorati, innamorata della luce di Monet, della sua pittura intensa, emozionante, innovativa.
Il marito Bernard, da lei conosciuto in gioventù a Parigi come capopopolo contestatore, si rivela poi in Provenza solido agricoltore con qualche eccesso di autostima, e anche impari a un dialogo intimo con la moglie, il che genera una mancanza di complicità profonda pur nella condivisione di una quotidianità serena e a tratti divertente.
Per contro, dall’amore condiviso per l’arte, che è una elevata declinazione dell’amore, scoccherà la folgorazione di un inatteso e misterioso coup de foudre, tra Jille e Jean Claude, esperto mercante d’arte.
Con una disinvolta padronanza di tempo e spazio Annalisa Fabbri ha montato questa suggestiva fabula in un intreccio sapiente e uncina e avvince il lettore con l’alternanza dei piani temporali fra presente e passato in una danza sempre chiara e lieve, e con i mutamenti di scenari reali e immaginari, vissuti nell’assorta contemplazione dei dipinti dell’amato Monet, in viaggi di fantasia dentro i quadri, peregrinazioni d’arte, anche più intense del reale nelle loro simboliche valenze.
La scrittura appare immaginosa nei suoi colori vividi, ricca di illuminanti dettagli, plasma figure e lumeggia sentimenti, fra dialoghi rivelatori e iperboliche discussioni, e tesse un romanzo dove il tempo, la vita e la…morte hanno le iniziali maiuscole, certe frasi spiccano di vernice fresca, e la lingua può permettersi di cantare in un registro che sceglie di mantenersi elevato.
Intreccio, scrittura, ritmo, colori, profumi, atmosfere evocate dimostrano che Annalisa Fabbri conosce i fondamentali della vita: amare, elevarsi, sentire la bellezza, vivere i sentimenti, comunicare, essere aperti al nuovo, al tempo che fluisce, al dramma che incombe, conservando e alimentando dentro una luce che quella vita fa danzare in magico chiarore e nel suo controcampo d’ombre e di mistero.
In queste pagine l’amore, che possiede molteplici sfaccettature come un diamante, si declina anche per l’autrice innanzitutto come appassionata conoscenza e scrupolosa documentazione nel ricostruire e connotare tempo e ambienti, per esempio, i luoghi parigini della nuova pittura impressionista, gli itinerari esplorati alla ricerca delle mostre di Monet, i caffè degli artisti, le caratteristiche del mercato d’arte, ma quegli elementi di conoscenza si bruciano e si risolvono felicemente nel colore e nella luce con un brillio di intelligenza e delicatezza di tocco senza appesantire la pagina.
Quanto mai stimolante la conversazione fra Monet e Jille, in particolare sulle scelte fulminee dell’amore per un luogo, come casa e giardino di Giverny visti dal treno per Monet, o per una persona, come Jille per Jean Claude e Jean Claude per Jille al loro primo incontro, oppure sulla rivelazione dell’istante nella pittura di Monet e la via lancinante dell’amore vissuto nella fuggevolezza dell’istante, come è accaduto nelle vite di Jille e Jean Claude.
Insomma a un lettore che ami il mondo dei sentimenti, l’arte, l’amore non volgare, la bellezza, Annalisa Fabbri apre scenari di intensa suggestione e significazione in una vicenda piena di grazia.
Ma a ogni culmine si sa, non può che far seguito una parabola discendente e dopo un arco di trent’anni, nel 1926 calerà l’epilogo sulla grazia di questo romanzo.
Quale sarà il compimento finale?
Soltanto un’avvincente lettura potrà svelarlo, che nessuna presentazione può sostituire, bensì solo sperare di ravvivarne, accenderne il desiderio con la promessa di non restare delusi.
Santa Cortesi
Foto di
Andrea Baldrati